giovedì 24 dicembre 2015

Glossario



DUTTILITA': /dut·ti·li·tà/

sostantivo femminile
1. Proprietà di materiali, spec. metalli e loro leghe, che per effetto di forze di trazione possono esser ridotti facilmente in fili sottilissimi; plasmabilità.
2. fig.Adattabilità, arrendevolezza.



RAME: /rà·me/
sostantivo maschile
1.(solo sing. ). Elemento chimico (numero atomico 29, peso atomico 63,55, simboloCu, dal nome lat. cuprum, der. di aes Cyprium ‘bronzo di Cipro’): metallo di colore rosso-chiaro, abbastanza duro, molto duttile, presente in natura sia libero, sia sotto forma di minerali (calcopirite, azzurrite, cuprite, malachite) e contenuto in tracce anche nel terreno, nelle piante e negli animali, ottimo conduttore dell'elettricità e del calore; è uno dei metalli più largamente usati per recipienti, parti di macchine, condutture elettriche, monete, e per l'ottenimento di leghe come i bronzi e gli ottoni.




METALLO: /me·tàl·lo/
sostantivo maschile
1. Ciascuno degli elementi chimici caratterizzati da buona conducibilità termica ed elettrica, da elevata duttilità e malleabilità, da alto potere riflettente, da opacità alla luce, capaci di dare origine, in soluzione, a ioni carichi positivamente, e di formare con ossigeno ossidi a carattere basico e dotati di una struttura cristallina organizzata per mezzo di un legame caratteristico (legame metallico).
2.estens. Lega metallica, per es. il bronzo e l'ottone.


FRATTURA meccanica: La frattura (o rottura) in meccanica è un fenomeno che si presenta a causa delle sollecitazioni agenti sul materiale e consiste, a livello macroscopico, nella disgregazione del materiale stesso (o oggetto) in frammenti minori. Tale fenomeno è caratterizzato dalla disgregazione dei legami chimici che tengono uniti e coesi gli atomi costituenti il materiale; tali legami vengono rotti per effetto di un'energia esterna fornita per esempio da una sollecitazione esterna troppo intensa. In ciascun materiale, si distinguono diversi tipi di frattura: fragile, duttile, di fatica, per creep e così via, tutti fenomeni derivanti appunto dalla rottura più o meno immediata dei legami interatomici del materiale. La frattura può avvenire anche con basse sollecitazioni agenti sia come frattura fragile sia come collasso per fatica. La frattura può propagarsi lungo il bordo dei grani (cristalli di metallo) che compongono il materiale fratturato (frattura intergranulare) o attraverso una frattura entro i grani stessi (frattura transgranulare).



FRATTURA duttile: Un materiale metallico soggetto a frattura duttile presenta, macroscopicamente, sulle superfici di frattura un aspetto fibroso. Questo aspetto è dovuto alla presenza sulle superfici di micro-cavità chiamate dimples.

Usualmente, gli stadi che si osservano nella frattura duttile sono:
  • Nucleazione di microvuoti in corrispondenza di particelle di seconda fase (nel caso materiali metallici per uso tecnico) dovuta alla decoesione o alla rottura della particella. Nel caso di metalli puri la nucleazione può essere dovuta alla presenza di difetti locali;
  • Accrescimento dei microvuoti attorno alla particella per deformazione plastica della matrice;
  • Coalescenza dei microvuoti adiacenti e successiva frattura.

Nel caso di materiali metallici per uso tecnico, a causa della loro elevata resistenza, la fase di coalescenza dei microvuoti può non avvenire. Il congiungimento delle cavità ha luogo per il cedimento lungo bande di taglio, indebolite dalla presenza delle microcavità.

PLASTICITA': /pla·sti·ci·tà/
sostantivo femminile
1.Nelle arti figurative, l'effetto corrispondente a un'impressione esaltata di rilievo (contrapposto, quindi, a pittoricismo ); estens., a proposito di opere letterarie.
2.In fisica, la proprietà di un solido di subire deformazioni permanenti di notevole ampiezza.
3.Nel linguaggio tecn., la proprietà di un materiale solido di deformarsi plasticamente, cioè di subire deformazioni di notevole ampiezza che permangono al cessare della sollecitazione che le ha prodotte: la p. del piombo, della cera, dell’argilla impastata con acqua. In partic., nella meccanica delle terre, p. del terreno, la sua attitudine a conservare la forma che gli si dà quando è bagnato e a ritenerla in seguito a disseccamento (dipende dalla quantità di argilla e acqua presenti nel terreno stesso, oltre che dalla sua struttura); limite di p., uno dei tre indici di Atterberg (v. limite, n. 2 a) per un terreno argilloso: caratterizza il grado di consistenza di un’argilla nello stato fisico di passaggio tra lo stato plastico e quello semisolido (o polverulento); viene determinato sperimentalmente preparando un certo numero di provini del terreno, ed è espresso dal valore del corrispondente contenuto percentuale in acqua.


FRAGILITA': /fra·gi·li·tà/

sostantivo femminile
1.Facilità di rompersi al minimo urto, o ( fig. ) di cedere alla minima occasione.
2.In medicina, la tendenza di alcuni organi o tessuti a lesionarsi facilmente.
3. Nella tecnologia dei materiali da costruzione, proprietà caratteristica dei materiali che alle prove meccaniche statiche presentano un carico di elasticità molto prossimo a quello di rottura, con modesto allungamento percentuale, e dei materiali che alle prove dinamiche presentano scarsa resistenza all’urto, cioè bassa resilienza.


ALLUNGAMENTO: /al·lun·ga·mén·to/

sostantivo maschile
1.Aumento in lunghezza.
2.In linguistica, il passaggio di una vocale o di una sillaba dalla quantità breve alla lunga.
3. In fisica e, in generale, nella tecnica, deformazione prodotta in un corpo da variazioni di temperatura (a. termico) o da particolari sollecitazioni meccaniche (trazione, flessione, ecc.). Nella tecnologia dei materiali da costruzione si distinguono un a. elastico, una. permanente (che, a differenza di quello elastico, non scompare al cessare della causa che l’ha provocato), e un a. di rottura(cioè l’aumento unitario di lunghezza che si verifica, fino alla rottura, in una provetta metallica sottoposta alla prova di trazione).

4.A. di un’ala o alare, in aeronautica, rapporto tra l’apertura e la corda media di un’ala di aeroplano, a cui è direttamente connesso il rendimento dell’ala medesima e la sua efficienza massima, cioè la capacità di sopportare il massimo peso con la minima forza di trazione; infatti, le ali di grande allungamento hanno un miglior rendimento aerodinamico, perché in esse è limitato il fenomeno dei vortici di estremità e limitate sono quindi le perdite marginali di portanza; a. di un corpo siluriforme (dirigibile, fusoliera, siluro, ecc.), rapporto tra la lunghezza dell’asse e il diametro del cerchio della sezione maestra.


INCRUDIMENTO: /in·cru·di·mén·to/
sostantivo maschile
Deformazione del reticolo cristallino di un materiale metallico, provocata da una lavorazione a freddo e accompagnata da notevoli variazioni delle proprietà caratteristiche: si elimina col trattamento termico della ricottura


DEFORMAZIONE: /de·for·ma·zió·ne/
sostantivo femminile
1.Alterazione duratura o definitiva dell'aspetto o della configurazione originaria, consueta, regolare.
2.fig.Travisamento, traviamento, deturpamento.
3.In meccanica, ogni variazione della forma, temporanea o permanente, che si verifica in un corpo sotto l’azione di determinate sollecitazioni (meccaniche, termiche, ecc.): d. elastica, quella che scompare al cessare della causa che la produce; d. viscosa, deformazione permanente che si manifesta in taluni materiali elastici quando siano sottoposti a una prolungata azione delle forze. 


TRAZIONE: /tra·zió·ne/
sostantivo femminile
1.Qualsiasi forza che agisce su un corpo tendendo ad allungarlo nella sua stessa direzione
2.Nella tecnica: Sforzo di t., la componente della tensione interna che agisce sulla sezione di un solido in direzione perpendicolare alla sezione stessa e nel verso che tende a provocare allungamento; un solido si dice sollecitato a t. semplice quando la tensione interna si riduce in tutti i punti al solo sforzo di trazione, mentre negli altri casi si dice sollecitato a t. composta.


TRAFILA: /tra·fì·la/
sostantivo femminile
1.In metallurgia, filiera; com., trafilatrice. Matrice forata attraverso la quale si fa passare, forzandolo, il profilato da restringere nell’operazione di trafilatura. Nell’uso com. è così indicata la trafilatrice stessa.
2.fig.Serie di prove, di difficoltà, di disavventure attraverso le quali è necessario passare per raggiungere un determinato fine


FILIERA: /fi·liè·ra/
sostantivo femminile
1.a. Nella fabbricazione di fibre tessili artificiali, dispositivo usato per la formazione dei filamenti, di solito costituito da un piccolo ditale con uno o più fori sul fondo, attraverso i quali viene estrusa la soluzione filabile o la materia plastica fusa.
b. Macchina, detta anche trafila, per eseguire la trafilatura di materiali metallici, plastici, argillosi, ecc.
c. Utensile di acciaio temprato per filettare la superficie esterna di aste o tubi (con operazione manuale o automatica, a seconda che sia montato in un apposito girafiliere oppure in una filettatrice): è per lo più costituito da una specie di madrevite in forma di un anello all’interno del quale sono ricavate alcune sporgenze taglienti dal profilo corrispondente al tipo di filettatura che si vuole ottenere.
2.Organo addominale di ragni e bachi da seta attraverso il quale esce il filo sericeo.

MATERIALE: /ma·te·rià·le/
aggettivo e sostantivo maschile
1.aggettivo
Che presenta la concretezza e la fisicità della materia: contrapposto a ‘spirituale’ (realtà m.), ‘intellettuale’ (sforzo m.), ‘morale’ (conforti m.), ‘formale’ (principio m.); il contrario diretto è immateriale, che sottolinea l'assenza di qualsiasi qualità o consistenza corporea.
2.sostantivo maschile
In senso ampio, sostanza particolare avente determinati caratteri; ha quindi sign. vicino a quello di materia, ma mentre materiaindica per lo più una sostanza omogenea, materiale può indicare un insieme di sostanze anche non omogenee, le quali abbiano in comune soltanto la destinazione a un’unica funzione (oppure anche l’origine, come nelle espressioni materiali di deposito, in geologia, materiali di scarico, materiali di rifiuto, ecc.). Inoltre, il concetto di materiale può essere comprensivo anche di sostanze che abbiano già ricevuto una prima elaborazione; per es., le sostanze impiegate per costruire manufatti, e ottenute generalmente tramite elaborazione più o meno complessa di determinate materie prime: m. avanzati, quelli che, nei confronti dei m. tradizionali, sono caratterizzati, rispetto al costo delle materie prime, da un alto valore aggiunto (dovuto all’elevato investimento sia nella ricerca sia negli impianti) e da elevate prestazioni; m. strategici, quelli che, considerati essenziali per usi militari, nonché per fini relativi alla produzione e al trasporto dell’energia, dell’informazione, ecc., risultano inferiori al fabbisogno, sia per la scarsità delle materie prime, sia per la difficoltà o l’alto costo della lavorazione.



I materiali sono tradizionalmente classificati con riferimento alle sostanze che li costituiscono o alle materie prime da cui sono ottenuti per mezzo di trattamenti che ne determinano struttura e proprietà: m. compositi (v. composito), m. metallici (v. metallico), m. polimerici (v. polimerico), m. vetrosi (v. vetro, n. 3), m.ceramici (v. ceramica e neoceramica); m. sintetici (v. sintetico), ecc.; m. cementizî, prodotti inorganici preparati artificialmente per cottura, a temperature relativamente elevate, di particolari rocce (argilla, calcare, gesso), e successiva macinazione: la polvere così ottenuta (legante), mescolata con acqua, forma la pasta cementizia entro cui vengono dispersi elementi litoidi (inerti), e il conglomerato che ne risulta prende il nome di malta o calcestruzzo a seconda che l’elemento lapideo aggiunto sia sabbia oppure una miscela di sabbia e ghiaia.


I materiali sono inoltre classificati con riferimento alle proprietà che ne caratterizzano l’impiego:m. luminescenti (o fosfòri), m. magnetici, m. isolanti, m. semiconduttori, ecc.; in fotografia, m. sensibili, denominazione generica delle pellicole, delle carte sensibili, delle carte per stampa e di qualsiasi prodotto che presenta un’emulsione sensibile, in grado cioè di reagire al potere attinico della luce; oppure con riferimento al settore d’impiego: m. per l’elettronica, m. per le applicazioni biomediche, m. per l’industria aerospaziale, m. per l’utilizzazione dell’energia, m. per l’edilizia, ecc. Più in generale, nella tecnica edilizia, stradale, idraulica, meccanica, m. da costruzione (detti anche m. strutturali), le sostanze naturali o artificiali che entrano a far parte di una struttura; e in senso ampio, scienza dei m., l’insieme delle conoscenze, in genere multidisciplinari, relative alla struttura, alle proprietà e al comportamento dei materiali.

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